Il festival organizzato dall’associazione Le Muse Novae con il contributo economico di SIAE, Comune di Santa Margherita Ligure e Regione Liguria, si terrà il prossimo luglio nei giorni 7-8-9 a Santa Margherita Ligure nell'Anfiteatro Bindi sotto la direzione artisticadi Zibba. Quest’anno riserverà uno speciale omaggio a Ivan Graziani nel ventesimo anniversario dalla sua scomparsa.
Sono Buva, Roberta Giallo, Antonio Langone, Lorenzo Marsiglia, Mizio, Molla, Andrea Tarquini e Luca Tudisca i finalisti del Premio Bindi 2017.
Il Premio è uno dei festival italiani più importanti nel panorama della canzone d’autore emergente. Nasce nel 2005 da un’idea di Enrica Corsi con il contributo economico del Comune di Santa Margherita Ligure ed è ovviamente dedicato a Umberto Bindi.
Un evento formato da tanti piccoli tasselli: un appuntamento e una vetrina musicale per i nuovi talenti che si muovono nel panorama della musica e della canzone d’autore legata al territorio italiano, i quali partecipano al concorso che è il fulcro della manifestazione e che si tiene in una delle tre giornate del festival; un happening per la promozione di progetti di qualità; un’occasione per le nuove realtà musicali di confrontarsi su un palco prestigioso, davanti ad una giuria di esperti e di addetti ai lavori; un festival con ospiti di prestigio che si esibiscono nelle serate, a significare la continuità artistica tra artisti affermati e cantautori emergenti.
La storia del Premio Bindi è fortemente legata a due figure di spicco della musica italiana che sono state negli anni alla direzione artistica: Bruno Lauzi e Giorgio Calabrese, i quali hanno portato, con la loro personale storia artistica, credibilità, forza e valore ad un premio storicamente giovane ma fortemente incentrato su una passione autentica per la canzone d’autore, ritenendola parte integrante della storia e della cultura musicale del nostro paese.
Il Premio Bindi è inoltre un’occasione di incontro, di scambio e di crescita artistica per i nuovi talenti, che hanno la possibilità di incontrare, durante la manifestazione, musicisti professionisti, autori, giornalisti, critici musicali, manager, uffici stampa, promoter di eventi musicali a livello nazionale, molti dei quali presenti in giuria.
Caratteristica fondamentale del Premio Bindi è quella di non premiare una singola canzone ma l'artista nel suo complesso. Infatti ogni finalista, nella giornata dedicata al concorso, l'8 luglio, si esibirà due volte. Al pomeriggio proporrà due propri brani in versione acustica. Poi in serata, sul palco dell'anfiteatro Bindi, si esibirà con l'interpretazione di una cover di un cantautore italiano e di un proprio brano.
Le scorse edizioni del Premio sono state vinte da artisti che si sono spesso poi affermati nel mondo della musica: Lomè (2005), Federico Sirianni (2006), Chiara Morucci (2007), Paola Angeli (2008), Piji (2009), Roberto Amadè (2010), Zibba (2011), Fabrizio Casalino (2012), Equ (2013), Cristina Nico (2014), Gabriella Martinelli (2015), Mirko e il cane (2016).
Per l’edizione 2017, la giuria del Premio Bindi sarà come sempre composta da addetti ai lavori tra i più accreditati del settore. Ecco i nomi ad oggi confermati: Roberta Balzotti (Rai); Armando Corsi (musicista); Enrico de Angelis (giornalista e storico della canzone); Stefano De Martino (Premio Lunezia); Daniela Esposito (ufficio stampa); Guido Festinese (critico musicale); Elisabetta Malantrucco (RadioRai); Lucia Marchiò (La Repubblica); Francesco Paracchini (rivista L’Isola che non c’era); Paolo Pasi (Rai); Andrea Podestà (saggista e segretario di giuria); Massimo Poggini (giornalista/direttore Spettakolo.it); Maurizio ‘Rusty’ Rugginenti (Rusty Records); Paolo Talanca (Il Fatto Quotidiano); Margherita Zorzi (saggista). Inoltre ci saranno un rappresentante per la SIAE e Roberto Razzini, Managing Director di Warner Chappell.
PARTNER DELL’EDIZIONE 2017
Il Premio Bindi sarà sostenuto dal contributo del Comune di Santa Margherita Ligure, della Regione Liguria e della SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.
Mainpartner: Warner Chappell Music Italiana.
Partner: Rusty Records, L’Altoparlante, UnipolSai Annichiarico Assicurazioni, Gruppo Albergatori S. Margherita Ligure e Portofino, Akamu, Storti Strumenti Musicali, Spettakolo.it.
Dieci tracce - più una bonus track per l’edizione digitale - che delineano un viaggio intimo tra le aspettative di una giovane artista, in bilico fra la il racconto del proprio sentire e la consapevolezza di una passione irrinunciabile.
“Tutto bene” per me non è solo un disco, è la fotografia di un periodo, di un momento fatto di attese e cambiamenti.
Forse non poteva essere altrimenti, forse prendersi un periodo da dedicare interamente alla scrittura può solo portarci a raccontare quello che si sta vivendo. La collaborazione con Zibba e con tutte le persone che hanno lavorato insieme a me mi ha aiutato a raccontare ancora meglio quello che ho sentito quando avevo ancora bisogno di guardarmi alle spalle un’ultima volta, prima di chiudere la porta. Quando avevo paura di buttarmi e cercavo di osservare le cose da lontano, ma sentivo la voglia di correre, di saltare… di stringere la mano a chi aveva deciso di correre al mio fianco e dirsi che alla fine sarebbe andato tutto bene”. (Giulia)
“Tutto bene”, pubblicato dall’etichetta Rusty Records vede la produzione artistica del cantautore Zibba. I testi sono di Giulia Pratelli e Marco Rettani, tranne che in “Vento d’estate” cover tratta dal brano cantato da Max Gazzè e Niccolò Fabi. Le musiche sono di Giulia Pratelli.
Nel disco hanno suonato Fabio Rondanini (batterie e percussioni), Edoardo Petretti (pianoforte acustico e tastiere), Marco Bachi (basso elettrico e contrabbasso), Giulia Pratelli e Simone Sproccati (chitarre acustiche), Simone Sproccati (chitarre elettriche), Stefano Riggi (Sax) e Adam Kenny (Bouzouki).
Le tracce sono state registate da Simone Sproccati presso i Crono Sound Factory di Vimodrone (MI),mixato da Riccardo Parravicini presso MaM Recording Studio di Cavallermaggiore (Cuneo), masterizzato da Andrea de Bernardi presso Eleven Mastering Studio di Busto Arsizio (Varese). La grafica è curata da Davide Incorvaia. Foto di Giorgia Borneto.Edizioni Musicali Rusty Records/Museo dei Sognatori.
TRACK BY TRACK
Va tutto bene
“Pensavo di non riuscire più a scrivere, di non trovare le parole giuste, di deludere le aspettative di chi mi stava tendendo la mano. Le cose che erano sempre state facili sembravano essere diventate difficili, impossibili. Poi ho capito “quanto poco basta per stare bene”… le parole e la musica sono andate da sole, dove era “sempre nuovo il punto in cui arrivare e sempre lo stesso il posto in cui tornare”.
Dall’altra parte delle cose
C’è un momento in cui ci si accorge che abbiamo bisogno di metterci in discussione, di cambiare per poter rinascere. “In quel momento ho capito che l’unica cosa di cui avevo davvero bisogno era un nuovo punto di vista, una finestra accesa per vedere le cose dall’altra parte”.
Nodi
A volte ci aggrappiamo così forte ai ricordi da farci male, stringiamo nodi che ci impediscono di andare avanti, trucchiamo i momenti passati e ci ricordiamo le cose “come non sono mai state”. Questa canzone è la consapevolezza dei troppi nodi stretti nel tempo e del bisogno di scioglierli, per continuare a camminare.
Vento d’estate
“In questo album non poteva mancare un omaggio al mio mondo musicale di riferimento, agli artisti che ascolto ogni giorno. Ho scelto “Vento d’estate”, e, giocando con l’elettronica, abbiamo provato a vestirla in modo più scuro, più malinconico… come il ricordo dell’estate passata, come la voglia di perdersi al mare in un giorno d’inverno.”
Un inizio migliore
Di fronte a mille raccomandazioni, per affrontare al meglio la vita e le difficoltà che ci mette davanti ogni giorno, forse la soluzione è lasciare andare, lasciare che la bellezza che ci circonda possa trovarci e stupirci ancora. Anche quando non sappiamo spiegarci il perché, le cose intorno a noi continuano a muoversi: come un nuovo inizio dopo quella che sembrava la fine di tutto, come una luna nuova che ci accompagna sulla strada di casa.
Se
“Se fossi capace ti scriverei una vera canzone d’amore”… ma non sempre è così, non sempre si ha davanti qualcuno che se la merita davvero una cosa del genere, che riesce a farci precipitare nel suo mondo, rinunciando a qualsiasi rete, a qualsiasi difesa. Questa no, non è una vera canzone d’amore.
Resto ancora un po’
Ci sono momenti in cui abbiamo bisogno solo di fermarci, di aspettare, anche se attendiamo qualcosa o qualcuno che non potrà tornare indietro, anche quando sembra una cosa di cui vergognarsi, da fare di nascosto. In fondo, prendersi un po’ di tempo… “che male può fare”?.
Oggi
Quante volte abbiamo portato avanti una relazione, nonostante fossimo consapevoli del fatto che non sarebbe durata davvero? Che quella che avevamo accanto non era davvero la persona con cui volevamo programmare le vacanze, comprare un cane, condividere la cena ogni sera… E se ci fossimo fermati prima di rovinare tutto?
Penelope
“E’ l’unica canzone di questo album che ho scritto qualche anno fa, in un momento in cui non avrei nemmeno saputo immaginare questo lavoro.”
E’ il rovescio della medaglia, il punto di vista femminile di una delle storie più famose di sempre. Ho voluto portare con me questo racconto perché Penelope è una storia antica ma una donna moderna, forte, che cresce un figlio da sola, tenendo testa a enormi difficoltà… aspettando che torni l’uomo che ama.
Troppo lontani
Come si possono raccontare tutte le cose che siamo? Le nostre sfaccettature, le nostre ricchezze, i nostri difetti, la nostra incapacità di conoscerci davvero? In una mattina d’estate, lo abbiamo raccontato così. “Troppo lontani” è stato il primo brano scritto per questo album, la prima canzone a rappresentare un nuovo punto di partenza, a legare insieme le energie, le parole di chi ha lavorato a questo album. Poter cantare questo brano insieme a Zibba è la chiusura perfetta del cerchio, la fine che diventa “un inizio migliore”
10 settembre (bonus track versione digitale)
Il 10 settembre dello scorso anno ho capito che quando capitano cose che ci sconvolgono, che ci cambiano per sempre, che vengono a distruggere le nostre certezze… accettare di cadere può essere l’unico modo per far sì che il battito del cuore torni ad essere regolare.
Etichetta: Rusty Records
BIO
Giovane cantautrice toscana, Giulia Pratelli ha più volte attirato l’attenzione di grandi artisti quali Fiorello, Marco Masini, Enrico Ruggeri. Ha vinto diversi premi e riconoscimenti: Premio Castelletto 2008, secondo posto e premio F.I.O.F.A. al Golden Disc 2008 (oltre a premio Radio Stop e il premio della critica giornalistica de "Il Tirreno"), premio della critica al Discanto 2008, premio della critica al Gran Galà Discanto 2011, primo posto al Festival di Ghedi Cover 2009, terzo posto al Festival Città del Palladio 2010. Nell'estate 2009 è in tour con Gatto Panceri come supporter. Nello stesso periodo inizia una collaborazione con il musicista, arrangiatore e produttore Valter Vincenti (Loredana Bertè, Ornella Vanoni, Paola Turci, Mogol, Mario Lavezzi), a cui affida la direzione artistica del suo primo album “Via!” (maggio 2012 – Rosso di Sera/EMI). Nell’estate 2011 vince il concorso “T Rumors” e partecipa alla compilation della manifestazione con due inediti: “Una margherita viola” e “Davanti a un caffè”, per l’occasione suonati e ri-arrangiati da Ferruccio Spinetti (Musica Nuda, Avion Travel). Nel 2013 pubblica due nuovi singoli, arrangiati da Marco Adami: “Piccole Donne”, scritto da Grazia Di Michele, e “Cartoline”. Nello stesso anno partecipa al tour “La mia storia…piano e voce” di Marco Masini, che la sceglie come ospite di ogni serata in tutta Italia. Nel Gennaio 2014 pubblica un’inedita versione di “Ah che sarà”, nella quale è accompagnata solamente dal bassista Luca Pirozzi. Nello stesso periodo approda all’EdicolaFiore, dove Fiorello la accoglie con grande entusiasmo. Giulia diventa parte del cast e da tre anni partecipa ai live show di Fiorello in diretta dall’Edicola, ora trasmessi su SkyUno e Tv8. Nel Luglio 2014 pubblica il singolo “Scegli il meglio” feat. Violapolvere (band pop-rock), che porta le firme di Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone. Il 1° gennaio 2015 si esibisce nello spettacolo “Let It Beatles” a Lucca, che omaggia l’Anniversario dei 50 anni del tour dei Beatles in Italia. Il 31 gennaio la replica con un fantastico tutto esaurito. Comincia poi, sul suo canale YouTube, un appuntamento settimanale con “Musica in camera…”, dove reinterpreta grandi successi della musica italiana e internazionale, con un'ottima risposta del pubblico. Il 20 Giugno 2015 si esibisce a Firenze al concerto dedicato al World Refugee Day, insieme a Elisa, Piero Pelù, Bandabardò, Brunori Sas. A luglio 2015 partecipa all'evento "Serenata per Roma" ("Roma incontra il mondo"/Villa Ada) insieme a Dolcenera, Enzo Gragnaniello, Luca Madonia, Stag, Erica Mou. In questa occasione, Giulia duetta conZibba e da qui ha inizio una solida collaborazione: al momento è impegnata nella produzione del suo secondo album, con la partecipazione e sotto la direzione artistica dello stesso. Nel frattempo Giulia ha completato gli studi in Giurisprudenza, presso l'Università di Pisa, con il massimo dei voti. Il 13 gennaio 2017 esce il singolo "Dall'altra parte delle cose", primo brano che preannuncia il nuovo lavoro in studio. Il 12 maggio 2017 esce l'album "TUTTO BENE”, sotto la direzione artistica di Zibba.
Dall’esigenza di delineare il proprio vissuto nasce un disco che reinterpreta in chiave personale il ponte fra l’alternative rock e il cantautorato italiano.
“Le memorie dell’acqua” è un percorso di auto-osservazione volto al racconto ed alla comprensione, affidato all’acqua, affinché venga da esso trasportato in modo trasparente e senza giudizio. Come in un fiume, ogni brano è un affluente che fissa le diverse sfaccettature di un rapporto: trovarsi, amarsi, cambiare, allontanarsi, tradirsi, lasciarsi. Le memorie scivolano così su chiunque ascolti, in un fluire di sensazioni personali ma allo stesso tempo universali.
L’acqua è il fil rouge che permea l’intera opera, assumendo, di volta in volta, forme e significati diversi. L’acqua è neve, lacrime, bolle di sapone, torrenti, mare. L’acqua è la persona in grado di infiltrarsi dentro di te, fino a scavare e a creare solchi. L’acqua, nel suo stato alterato più estremo, è ghiaccio, quello stesso ghiaccio da cui misterioso e dal nulla arriva Lo yeti. L’acqua infine ha una dimensione sotterranea, come quella dei canali che scorrono invisibili sotto Bologna, città che ha dato i natali all’autore e al suo progetto.
Il disco è prodotto da Angelo Epifani e registrato presso i Tup Studio di Brescia da Pierluigi Ballarin e presso i Raw Studios di Bologna dallo stesso Angelo Epifani che ne ha curato anche il mixaggio e il mastering. La musica e i testi sono di Pierpaolo Marconcini. Gli arrangiamenti sono di Pierpaolo Marconcini, Marco Milani e Pierluigi Ballarin. Nel disco hanno suonato: Pierpaolo Marconcini (Voce, Chitarra Acustica, Chitarra Elettrica), Marco Milani (Basso), Pierluigi Ballarin (Tastiere, Piano, Synth, Chitarra Elettrica), Simone Gelmini (Batteria), Daniela Savoldi (Violoncello).
TRACK BY TRACK
Santa madre dei miracoli
Un brano dalle influenze soul che parla di un tradimento, reiterato e mai svelato. La paura di essere scoperti. E il percorso di auto-perdono necessario per andare oltre, approdando a nuovi equilibri, sottolineati musicalmente da aperture di incredibile respiro e fiati evocativi.
Sotto effetto della luna
Contrasti cromatici che creano distinzioni, che accentuano le differenze, rendendole ancora più nette ed evidenti. Il bianco: della luce della luna, del manto della neve. Il rosso: delle fragole, del viso di chi non sa mentire, ma tenta ugualmente l’impresa impossibile di farlo. Colori opposti che mettono a confronto, rendendo ancora più nitide e chiare le peculiarità di ogni cosa. Una chitarra cinica e una voce consapevole.
Rita
Un fervido ritratto di donna, echi beatlesiani e cori avvolgenti: è Rita, colta nei suoi contrasti, nelle sue luci e nelle sue ombre, nei suoi giorni e nelle sue notti. Solare, brillante, fantasiosa, con la “testa tra le nuvole” e con una teoria dei colori tutta sua. Ma anche meteoropatica, fragile, testarda, con inverni gelidi tra le mani e con storie alle spalle che ha scelto di non raccontare. Da una parte c’è il percorso di una persona che cambia, rifugiandosi ermeticamente dentro se stessa, chiudendo al di fuori tutto il resto. Dall’altra ci sono la mancanza, il senso di impotenza e la nostalgia che avverte chi è stato chiuso fuori.
La canzone dell’acqua
L’acqua con il suo scorrere crea legami, con il suo flusso innesca cambiamenti. Acqua nella sua duplice veste, di purezza e trasparenza, di lineare quotidianità, ma anche di forza potente, violenta, che tutto spazza via, senza fare distinzioni.
Intrepida
La nostalgia che permea questa ballad rivela un amore forte e totalizzante ma pervaso dalla consapevolezza di trovarsi in due luoghi ed in due tempi diversi, pur essendo sullo stesso percorso, nella stessa dimensione, nella stessa storia. Lo scontrarsi con le differenze che inevitabilmente si sono create e lentamente sono cresciute, fino a divenire ostacoli che separano, difficili da sormontare. Ostacoli che ciascuno, all’interno della relazione, affronta a modo suo, con i propri strumenti. Anche con la reazione intrepida di chi, nonostante tutto, va avanti, con la “voglia di ridere”.
Amore bufalo
Il bufalo, animale possente, massiccio. All’apparenza forte, solido. Ma in questo brano, onirico e visionario, è reso vulnerabile, in preda alle contraddizioni e soggetto a mutamenti: di forma, di stato, di significato. Un brano che simboleggia il cambiamento: la sua inevitabilità, la sua continua ricerca; concetto sottolineato musicalmente dall’alternarsi di un rock ipnotico e serrato, che cede il passo ad uno stato di calma apparente dal ritmo elettronico, e a chitarre acide sullo sfondo. Primo singolo estratto.
La nostra rivoluzione
Un brano che crea distinzione tra ciò che può mutare e ciò che invece è immune al cambiamento. La canzone stessa subisce al proprio interno una rivoluzione: l’inizio delicato, intimo omaggio a Blackbird dei Beatles, cede inaspettatamente il posto ad un ritmo più incalzante, che volutamente restituisce all’immaginario i luoghi e i tempi di una generazione: una spiaggia, un falò, una chitarra, e le note di Battisti. Sonorità biografiche ispirano una melodia raffinata, che svela le grandi doti compositive dell’autore.
Anidride
Anidride carbonica rappresenta qualcosa di impercettibile, di impalpabile e silente, in grado di coglierti ed annientarti di sorpresa, nel momento più inaspettato. Potere letale su una vittima inconsapevole. Un brano sulla fisiologia dell’assenza. Perché l’accettazione di un abbandono non riguarda solo la mente, ma impatta anche sul nostro corpo, implicandone ogni parte: atomi, cuore, ossa, e al “fegato il compito più duro, mostrarsi indifferente”.
Uomo
È volutamente l’ultimo brano dell’album. Un momento per chiedere scusa alle persone che nella propria vita hanno davvero avuto significato. Il divenire adulti, uomini, avvertendo un senso di completezza, di ricongiunzione, esplicitato in un ritornello potente. Brano di chiusura e punto di arrivo dell’acqua. Meta e fine del suo lungo e tortuoso viaggio. Qui l’acqua assume la forma di una donna, capace di penetrarti all’interno, scavando, infiltrandosi, scuotendoti con impeto, fino a fondersi con la tua interiorità, invadendola. Un ciclo che si chiude in un outro sognante e malinconico.
Etichetta: SRI Productions
BIO
In una Bologna fucina di fermenti culturali, Pierpaolo Marconcini, pubblicitario classe 1983, diventa Lo yeti.
Lo yetiè un essere che vive una realtà fisica manifesta disegnata da noi, in base alle nostre esperienze, alle storie che abbiamo sentito di lui, alle immagini che abbiamo visto. Una creatura leggendaria che prende forma grazie alla soggettività di chi lo pensa, proiettando su di lui ciò che vuole vedere. Allo stesso modo la sua musica, pur raccogliendo e decodificando ricordi personali, si adatta al vissuto dell’ascoltatore lasciando spazio al significato che ognuno ne vuole trarre. Il suo eterogeneo percorso artistico e musicalegli permette di vestire ogni brano in modo diverso ed adeguato, per sottolineare l’intimità testuale e l’umore del brano stesso. Ugualmente la sua voce, avvolgente ed espressiva, lascia un’impronta caratteristica su ogni melodia. La scrittura musicale de Lo yeti, chitarrista e pianista, è ricca e mai banale, e riesce ad arrivare in maniera immediata e viscerale. L’arrangiamento e la produzione del suono aiutano a creare un’identità forte al progetto musicale.
Grazie all’apporto del bassista Marco Milani, parte integrante del progetto fin dall’inizio che ha notevolmente contributo all’evoluzione dei brani, e del musicista/fonico/produttore artistico Pierluigi Ballarin, il progetto Lo yeti si arricchisce di ritmi e forme elettroniche, archi, synth e fiati.
Nel 2016 l’incontro con il musicista/fonico/produttore artistico Angelo Epifani porta alla definitiva versione de Le Memorie dell’Acqua, disco d’esordio de Lo yeti.
La canzone è un incoraggiamento a seguire i propri istinti, le proprie passioni a dispetto di chi cerca di convincerti che il giusto sia altrove.
“Fantasmi” è un viaggio dentro e fuori se stessi: i FANTASMI sono tutto ciò contro il quale siamo costretti a lottare ogni giorno, sono le persone che siamo costretti ad assecondare, sono le paure con le quali dobbiamo imparare a convivere. L’uomo in quanto tale è un essere insicuro di natura e ricerca nelle persone delle conferme per capire se la strada che sta percorrendo è quella giusta.
«Il FANSTASMA di questa canzone è quello che dà importanza solo al lavoro, quello che subdolamente cerca di convincerti che il giusto è in quello che lui crede sia meglio per te. Sorridi al fantasma ma ascolta la tua voglia». ZuiN
Radio date: 19 maggio 2017
Etichetta: Volume! Discografia moderna
BIO
ZuiN è un progetto nato nel maggio 2016 da un’idea dell’ex frontman della band indie rock Ninfeanera. ZuiN è nato con la voglia di raccontare storie, sentimenti e sensazioni che parlassero in prima persona. Fin da subito per ZuiN inizia un never-endig tour, chitarra e voce, che lo porta a suonare su palchi come Carroponte, Parco Tittoni Desio, Santeria Social Club come supporter di artisti punta della scena musicale indipendente italiana (Umberto Maria Giardini, Alessandro Fiori, Daniele Celona, L’orso ecc.).
Dopo qualche mese di attività live e di intensa scrittura inizia la collaborazione artistica con Claudio Cupelli che inizierà a seguire ZuiN come produttore artistico e co-arrangiatore dei brani. Un cantautorato italiano graffiante, ricco di pathos ed energia emotiva si fonde con arrangiamenti moderni, una forte ricerca dei suoni tipica di produzioni anglo-americane. Nell’aprile 2017 partecipa alla finale di Special Stage in Santeria Social Club a Milano, un form di OFFICINE BUONE - associazione che porta musica e cucina negli ospedali di tutta Italia -, ricevendo il Premio Social per il secondo classificato assegnato dalla giuria di qualità composta da Caterina Caselli, Mara Maionchi, Alberto Salerno, Fortunato Zampaglione.
Sempre ad aprile partecipa alla finale della prima edizione del contest per emergenti “MEMO Live” ideato dalla Direzione Artistica del locale nella persona di Antonio Vandoni e da Mescal, L'AltopArlAnte, All Music Italia, MEI. Il brano “Fantasmi” farà parte della compilation digitale che raccoglie tutti i pezzi in gara dei finalisti del concorso e che sarà prodotta dalla Mescal.
”Una canzone a Kilometro-0, VeganFriendly and Cruelty Free”
Il ritmo in levare dei Vallanzaska si mescola a un sound più pop-rock, dando vita a un brano ironico e leggero che tratta l’erba in tutte le sue forme. Un viaggio scherzoso fra i luoghi comuni sul giardinaggio per affrontare il tema della legalizzazione in maniera divertente, con un ritornello che è un tipico tormentone alla “Vallanza”.
In “Quando è gatta” si trovano immancabili lo ska e l’ironia, due mondi che contraddistinguono da sempre lo stile della band milanese, ma questo brano preannuncia qualcosa di più. Sonorità pop-rock e una scrittura pulita si affacciano all’orizzonte segnando un nuovo fronte della ricerca artistica dei Vallanzaska.
Il video è stato girato in un vivaio nei dintorni di Milano e racconta tra fiction e realtà lo stralunato e botanico mondo dei Vallanzaska. Una dichiarazione d'amore alla musica, alle piante e alla loro bellezza. La regia è di Davide Romagnoni.
“Quando è gatta” è il primo singolo estratto dal nuovo disco in arrivo in autunno. Con “L’orso giallo” - questo è il titolo del prossimo album - i Vallanzaska affrontano il tema dell'ansia, uno dei motori del mondo contemporaneo.
Freschi dei festeggiamenti per i 25 anni di attività, la band lavora a un album che non è una “minestra riSKAldata” ed è pronta a rimettere in discussione il sound, gli arrangiamenti, lo stile, la scrittura delle canzoni, scegliendo anche un’insolita copertina firmata dal cantante.
Radio date singolo: 26 maggio 2017
Pubblicazione album “L’orso giallo”: settembre 2017
Etichetta discografica: Maninalto! Records
BIO
I Vallanzaska sono un gruppo storico italiano, pionieri della musica ska punk e attualmente una delle ska band più famose d’Italia. Attivi dal 1991, hanno pubblicato 10 album in studio e varie hit di successo come “Cheope”, “Reggaemilia”, “Boys from Comasina”, “SisisiNonono”, “Spaghetti ska” e “Generazione di fenomeni”, tutti brani ballatissimi nelle discoteche rock e utilizzati per sigle tv e colonne sonore. "L'orso giallo" è il titolo del nuovo album, in uscita per Maninalto! Records.
I Vallazaska sono: Davide Romagnoni (Dava) voce, Lucio Contini (Lucius) chitarra, Christian Perrotta (Skandi) tastiera, Luca Specchio (Spekkio) sassofono, Andrea Vagnoni (Vanny) basso, Francesco Piras tromba, Davide Bini batteria.
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