“La sentenza mina la decisione di ottobre fatta dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin di annullare la sperimentazione. Come Nature e gli esperti indipendenti hanno sottolineato molte volte, non ci sono prove che la terapia funzioni, e anzi potrebbe essere dannosa - continua impietosa la rivista Science - Lorenzin dovrebbe porre fine a questa incertezza. Deve liberare i membri del comitato che ha nominato; essi devono essere liberi di comunicare al pubblico i loro pareri sulle affermazioni della Fondazione Stamina, con sede a Brescia, che estrae cellule staminali dal midollo osseo di un paziente, le manipola e le inietta nuovamente nel sangue o nel midollo spinale dello stesso paziente”. “L'emozione di coloro i cui figli sono gravemente ammalati è un’arma potente” - la rivista giudica quindi un forte deterrente l’aspetto emotivo di tutta la questione, ma, aggiunge “Esistono potenti interessi internazionali che sostengono cliniche che offrono terapie con cellule staminali in paesi come il Messico e l'Uganda. Tali paesi non effettuano una supervisione regolamentare che impedisca lo sfruttamento di pazienti disperati in Europa e negli Stati Uniti, e a queste cliniche piacerebbe vedere una lacuna regolamentare in un paese europeo”. “Stamina - continua l’editoriale - era stato un metodo di cura di pazienti gravemente malati , soprattutto bambini, su una ‘base compassionevole’, dal 2007, fino a quando l'agenzia di Pani ha chiuso il suo laboratorio a Brescia nel mese di agosto 2012 per motivi di sicurezza . Alcuni gruppi di pazienti hanno manifestato con passione e pubblicamente per l'accesso alla terapia che secondo le affermazioni di Davide Vannoni può curare una serie di malattie altrimenti mortali. Nel mese di novembre, quando sembrava che la sperimentazione clinica fosse cessata definitivamente, Vannoni ha guidato una manifestazione davanti al Parlamento di Roma, dove i pazienti hanno lanciato il proprio sangue sulle immagini del presidente e del primo ministro. L’emozione di coloro i cui figli sono gravemente ammalati è un’arma potente. La sentenza - del TAR Lazio n.d.r.- ha scioccato gli scienziati in Italia e dovrebbe scioccare gli scienziati ovunque. L’incertezza derivante da quest’ultima sentenza deve cessare. Lorenzin deve trovare il coraggio di agire” conclude la rivista.
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Ogni considerazione quindi è molto difficile, al momento. Da un lato la tragedia dei pazienti, spesso piccolissimi, affetti da malattie genetiche gravissime, dall’altro l’autorevolezza, anche impietosa, delle evidenze scientifiche. E’ difficile prendere una posizione, ed è ciò che non deve fare qualsiasi organo di informazione più o meno importante, qualificato e diffuso. L'informazione deve essere scevra dall'emotività e non deve obnubilare la propria imparzialità. Ci si augura soltanto un’equa e rapida soluzione del caso e una dimostrazione palese della presunta validità della metodica, con la speranza che non riemergano gli spettri di psicosi pandemiche truffaldine che purtroppo hanno segnato la storia recente, non solo italiana, perché, di certo, sarebbe imperdonabile colui che sa di illudere chi è animato dalla necessità di una terapia indispensabile, ma si lascia trasportare dal proprio egocentrismo.
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