Un brano fresco e solare dalle sonorità pop, con un ritmo incalzante da tormentone estivo che strizza appena l’occhio al reggaeton, al funk ed all’EDM.
Un semplice giro di accordi con chitarre acustiche, elettriche, suoni elettronici, un basso corposo ed incessante sono gli ingredienti di una traccia all’apparenza scontata ma che nasconde nel testo tutta la profondità ricorrente nelle liriche del cantautore milanese. “Eccezionale” nasce dall’osservazione della normalità, dalla calma piatta di una realtà che si accontenta delle solite onde. Se si chiede a Luca perché l’ha scritta la risposta non è scontata: “È una canzone gialla perché nonostante perda di vista il sole sa brillare di luce propria, è il frutto di una mattina di Marzo che non sapeva bene non sapeva come non sapeva dove e soprattutto non sapeva perché... Eccezionale punta in alto ma non ostenta. In un mondo di hashtag è una pioggia di asterischi.”
Gli asterischi sono infatti un elemento ricorrente nella simbologia di Luca Sbarbaro. “Sui social ho avviato una campagna sulle storie proprio con l’asterisco perché secondo me rappresenta la sintesi perfetta della canzone”. Ma cosa rappresentano gli asterischi? “Gli asterischi sono quelli che vengono dal niente. Sono i punti d’infinito nel caos delle domande. Sono quelli con la terra sulle scarpe e le gocce di sudore sulla fronte. Sono sguardi di orizzonti trasparenti. Sono il sole dietro l’ombra dei giganti. Sono volti, universi, mondi e trame. Sono figli di una storia eccezionale…”
Il brano è stato scritto da Luca assieme al suo manager Roberto Scarpetta ed è stato prodotto ed arrangiato da Max Titi per l’etichetta veronese Maxy Sound. Il videoclip è stato girato dal regista Andrea Sbarbaro, fratello di Luca, con la difficile tecnica del “piano sequenza”. Niente montaggio dunque. Il videoclip è stato girato tutto d’un fiato presso il Kioki studio di Cologno Monzese. I protagonisti del video sono Luca ed i suoi più cari amici.
Radio date: 17 maggio 2019
ETICHETTA: Maxy Sound
BIO
Se Luca Sbarbaro fosse nato cento anni fa sarebbe stato un poeta decadentista, un esteta divertito a stupire il pubblico con ragionamenti trasgressivi, un avventuriero pronto a prendere l’ultimo treno in corsa, pur di non rinunciare alla sua adorata libertà. Luca Sbarbaro invece è nato a Milano nel 1994 ed è quindi un millennial, immerso nel mondo degli smartphone, dei social e della musica che racconta il disagio. Proprio con la musica Luca decide fin da giovanissimo di descrivere il suo mondo interiore. È quindi un cantautore della generazione Y con ormai oltre 150 canzoni nel cassetto (tutte scritte con l’amico e manager Roberto Scarpetta) in uno stile alternative pop dai motivi orecchiabili e tuttavia mai scontati. Nei suoi testi si sente la voglia di farcela, la solitudine felice e ragionata, la protesta, la trasgressione e tutto l’estro della sua personalità egocentrica, caotica e talvolta spigolosa. Luca non ha mezze misure e nemmeno mezze parole ed è questo che colpisce il suo produttore Max Titi che nel 2018 decide di dargli l’opportunità di iniziare a farsi conoscere sul mercato discografico. Esce così il primo singolo per l’etichetta Maxy Sound dal titolo “Non lo voglio sapere”, con cui Luca si conquista la stima, l’apprezzamento e la simpatia di molti fan, raggiungendo ben presto più di diecimila follower sul suo profilo Instagram, sempre attivo e movimentato.
Il brano “A modo mio” del febbraio 2019 è una delle tante canzoni di protesta che Luca utilizza per comunicare a qualcuno un incomunicabile “vaffa”, mentre a maggio dello stesso anno esce il brano “Eccezionale”. Quest’ultima è una traccia scanzonata con l’apparente “semplicità” della hit estiva, ma con un testo ironico e pungente, di quelli che non capisci dove vanno a parare. “Eccezionale” è anche un videoclip girato dal fratello di Luca, il giovane regista Andrea Sbarbaro, con la tecnica del piano sequenza. Il mondo di Luca Sbarbaro è ricco di simboli ed elementi grafici che esprimono ragionamenti mai scontati, come il simbolo del cavallo che lui utilizza perché si muove ad L, oppure l’onnipresente numero 62. Luca dice di sé: “In questo periodo della mia vita sento tutta la responsabilità dell’inchiostro che mi scorre nelle dita. Scrivere è nel mio DNA e non posso permettermi di staccare la spina, perché la presa giusta è magari dietro l’angolo”.
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