La Festa di Piedigrotta è stata, fino agli anni '70, uno degli eventi più pittoreschi e amati di tutta la tradizione napoletana. È grazie a tale festa che canzoni come "Fenesta vascia", "Michelemmà" o la celeberrima "O'Sole mio" hanno fatto varcato i confini dello spazio e del tempo. Ma quali sono le origini di questa celebrazione? Dove si celebrava in origine e perché? Per rispondere a queste domande dobbiamo fare un salto nel tempo che ci riporta ai tempi dei nostri antenati Romani. Le origini della festa di Piedigrotta infatti risalgono alle antiche celebrazioni dei Baccanalia, antichissimi riti in onore del dio Priapo. Uomini e donne si incontravano in una oscura galleria detta Crypta Neapolitana per celebrare i riti orgiastici della fertilità, di fronte al simulacro del dio Priapo, accompagnati da musica e da sfrenate danze. La galleria, che la leggenda vuole sia stata scavata dal poeta e mago Virgilio in una sola notte, è in realtà un tunnel utilizzato per spostare velocemente le truppe romane da Napoli ai Campi Flegrei. L'avvento del cristianesimo non poté spezzare però una tradizione vecchia di millenni e così al posto del sacrario del Dio Priapo, ad essere onorata fu la statua della Madonna di Piedigrotta, custodita nell'omonimo santuario che andò a sostituire l'antico altare di Priapo.
Secondo la leggenda, la notte dell'8 settembre del 1353, la Vergine apparve in sogno a tre persone differenti, rivelando loro il punto in cui scavare per ritrovare una sua immagine, da custodire in una chiesa da erigere ai piedi della grotta. In realtà però, con l'avvento del Cristianesimo, i culti di Priapo, celebrati proprio la notte del 7 settembre, furono sostituiti dal culto di Santa Maria dell'Idria (anch'ella simbolo di fertilità) e proprio ai piedi della grotta dove avveniva le orge fu eretto un primo nucleo di santuario a lei dedicato: il santuario di Santa Maria "de pedi grotta".
Il santuario divenne centro di un culto molto sentito, tanto che anche il Petrarca celebrò la devozione dei popolani che vi si recavano in visita: donne in cerca di marito, mogli in attesa di un bambino, uomini affetti da impotenza, madri che invocavano la protezione per i propri figli marinai. In un primo momento i riti avvenivano nella grotta, ma nel corso dei secoli furono allargati anche all'attuale villa comunale. Durante tali celebrazioni in onore della Madonna e della fertilità che questa poteva regalare, si ballava, si cantava, si banchettava, si assisteva a spettacoli pirotecnici.
Durante il regno borbonico, la festa divenne anche occasione per imponenti parate militari, poi scomparse dopo la caduta dei Borbone.
È però nel 1835 che la festa prende le forme di una grande manifestazione canore e canzoni come "Michellemmà" e "Io te voglio bene assaje" costituiscono la colonna sonora che accompagnerà la festa nel corso degli anni, fino al suo declino negli anni '70.
Da allora, la festa venne progressivamente abbandonata, anche se nel 2007 le autorità cittadine hanno tentato di ridare lustro alla Piedigrotta organizzando una serie di manifestazioni canore, spettacoli e giochi pirotecnici nella zona del centro di Napoli, promettendo di replicare negli anni a venire. Solo i posteri ci potranno dire se si tratta di una pallida imitazione della storica festa oppure se è la premessa per una vera rinascita di un evento che affonda le radici nel mistico passato della città.
Per maggiori informazioni: Bella Napoli
Secondo la leggenda, la notte dell'8 settembre del 1353, la Vergine apparve in sogno a tre persone differenti, rivelando loro il punto in cui scavare per ritrovare una sua immagine, da custodire in una chiesa da erigere ai piedi della grotta. In realtà però, con l'avvento del Cristianesimo, i culti di Priapo, celebrati proprio la notte del 7 settembre, furono sostituiti dal culto di Santa Maria dell'Idria (anch'ella simbolo di fertilità) e proprio ai piedi della grotta dove avveniva le orge fu eretto un primo nucleo di santuario a lei dedicato: il santuario di Santa Maria "de pedi grotta".
Il santuario divenne centro di un culto molto sentito, tanto che anche il Petrarca celebrò la devozione dei popolani che vi si recavano in visita: donne in cerca di marito, mogli in attesa di un bambino, uomini affetti da impotenza, madri che invocavano la protezione per i propri figli marinai. In un primo momento i riti avvenivano nella grotta, ma nel corso dei secoli furono allargati anche all'attuale villa comunale. Durante tali celebrazioni in onore della Madonna e della fertilità che questa poteva regalare, si ballava, si cantava, si banchettava, si assisteva a spettacoli pirotecnici.
Durante il regno borbonico, la festa divenne anche occasione per imponenti parate militari, poi scomparse dopo la caduta dei Borbone.
È però nel 1835 che la festa prende le forme di una grande manifestazione canore e canzoni come "Michellemmà" e "Io te voglio bene assaje" costituiscono la colonna sonora che accompagnerà la festa nel corso degli anni, fino al suo declino negli anni '70.
Da allora, la festa venne progressivamente abbandonata, anche se nel 2007 le autorità cittadine hanno tentato di ridare lustro alla Piedigrotta organizzando una serie di manifestazioni canore, spettacoli e giochi pirotecnici nella zona del centro di Napoli, promettendo di replicare negli anni a venire. Solo i posteri ci potranno dire se si tratta di una pallida imitazione della storica festa oppure se è la premessa per una vera rinascita di un evento che affonda le radici nel mistico passato della città.
Per maggiori informazioni: Bella Napoli
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