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Tuesday, March 19, 2013

Cipro: estorsione di massa. Tocca ora all’Italia?


L’Unione Europea, ha imposto alla terza isola mediterranea, membro dell'Unione Europea dal 1º maggio 2004 , il prelievo forzoso sui depositi bancari per salvare (tanto per cambiare) le banche, per tappare, nello specifico, un buco del sistema bancario da 17 miliardi, somma pari al prodotto interno lordo del paese, che vale lo 0,2% del Pil dell'Ue.
Un ricavo stimato di circa 5,8 miliardi di euro a fronte di un prestito di 10. E’ stata un’estrema ratio, pilotata al solito dai tedeschi (in piena campagna elettorale), un tabù infranto, un precedente che sarà il primum movens da monito per tutte le economie traballanti come quella italiana.
La reazione dei ciprioti abitanti dell'isola di Afrodite, o meglio dei russi che sono i maggiori possessori di liquidità e non solo, a Cipro, è stata energica a tal punto da far rivedere questa “estorsione” alle menti eccelse dell’Eurogruppo, tremanti per la reazione violenta delle borse europee, contraccolpo conseguente al provvedimento, facilmente prevedibile.
In prima battuta si era imposto un prelievo del 6,75%, sotto i 100.000 euro e del 9,9% fino al 15% al di sopra di questo limite di depositi liquidi. Adesso sembra che ci si possa accontentare del prelievo solo al di sopra dei 100.000 euro, purché il risultato della questua sia sempre di 5,8 miliardi di euro, ma la gravità e l’assurdità del provvedimento non cambiano.
E’ vero che Cipro ha un regime di tassazione molto più conveniente rispetto al resto d’Europa al punto che da molti è considerata una off shore island, ma le banche, quelle stesse che oggi “devono” essere salvate a tutti i costi, ci hanno marciato molto, hanno allegramente attratto ed investito fumosamente i capitali esteri, principalmente russi, noncuranti della liceità dei capitali, non è colpa del cipriota inerme, che oggi, giocoforza ne deve piangere le conseguenze.
E ancora più arrogante risulta il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha commentato: "Chiunque investe i suoi soldi in un Paese dove si pagano meno imposte si assume il rischio quando le banche di quel Paese non sono più meritevoli di credito, è ovvio".
Domanda: dov’erano i tedeschi e la BCE quando tutto il mondo (per primo Putin) sapeva delle condizioni fiscali vantaggiose dell’isola cipriota?
Sembra proprio che sia un tentativo, un superamento della border line, per far abituare alle metodiche coercitive e coatte i correntisti di tutta quell’Europa che non ha i conti in ordine (Spagna, Francia, Irlanda e Italia) e non è solo un’impressione di chi scrive, tant’è che con l’Italia ci prova il capo economista di Commerzbank, Joerg Kraemer, che “candidamente” afferma, con la tipica altezzosità sassone, “che sarebbe sufficiente una tosatura del 15% al salvadanaio degli italiani (conti correnti, fondi comuni, depositi postali, azioni e pure Bot) per far scendere il debito pubblico sotto la soglia del 100%”.
Quindici percento, esattamente! Cioè, quello sfortunato risparmiatore, che magari a fine carriera, ha depositato la propria liquidazione, possibilmente nell’attesa di investire sui figli le fatiche di una vita, ad esempio 20.000 euro, dall’oggi al domani troverebbe la geniale sorpresa di veder rimodulato il suo risparmio in 17.000 euro, per amor di Patria, per tutte le nefandezze, le incompiute, gli sperperi, i ladrocini e le nutelle pagate sempre dallo stesso contribuente, che hanno allietato la storia politica italiana dal boom economico in poi.
L’indignazione e qualsiasi forma di protesta contro questa proposta di patrimoniale choc, ancora una volta di matrice tedesca, saranno comunque insufficienti ad esprimere lo sconcerto di tutti noi e l’idea che l’Eurogruppo, politico ed economico è stato ed è sempre di più un emerito fallimento e al momento ha il solo scopo di garantire un solo membro egemone, l’unico con i conti a posto, l’unico con un’economia ancora florida, che ricatta a più non posso, con i mai sopiti dittatoriali metodi, tutti quelli che ancora devono fare i compiti a casa, dettati unilateralmente.
Chissà quante manovre lacrime e sangue ci aspettano, mentre assistiamo ai capricci dei politici che non hanno ricevuto dagli indignati italiani i numeri per governare, che guardano al loro futuro, con la paura di fare la fine dei vari Di Pietro, Fini & Co. Chi trema per l’interdizione dai pubblici uffici, anteponendo il problema a tutto il resto, chi freme per governare, non credendo ancora di aver ottenuto una striminzita e traballante maggioranza e chi infine, allo sbaraglio sugli scranni corredati da improbabili apriscatole, non sa da dove cominciare e per non sbagliare dice no a tutto e a tutti, pure a se stesso, autoepurandosi.

P.S. Nel frattempo un plauso al CONI che ha soppresso le tessere gratuite per i parlamentari.

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