Domenica 5 maggio 2013 non si rievocherà soltanto la strafamosa ode che il Manzoni scrisse in soli 3 o quattro giorni, commosso dalla conversione cristiana di Napoleone avvenuta prima della sua morte, ripresa poi dal Goethe che la fece pubblicare su una rivista tedesca "Ueber Kunst und Alterthum", ma ricorrerà contemporaneamente la giornata mondiale delle «mani pulite» contro le infezioni ospedaliere. Quindi non quelle “mani pulite” degli anni ’90 di dipietrana memoria il cui esito, stando alle notizie attuali, non cavò un ragno dal buco in quanto a corruzione e collusione, ma una campagna ben più concludente indetta dall’Organizzazione mondiale della Sanità, iniziata nel 2009 definita 'Hand Hygiene Day' e caratterizzata dallo slogan “Save Lives: Clean Your Hands”.
L’iniziativa riguarda principalmente il campo ospedaliero, anche se interessa anche il nostro comparto odontoiatrico, sulla base di dati allarmanti: almeno 10 pazienti su 100 nei paesi occidentali e 7 su 100 nei paesi in via di sviluppo contraggono infezioni ospedaliere, una volta ricoverati, dovute alla carenza di igiene nelle procedure assistenziali. Un dato che sale drammaticamente al 30% per i pazienti più vulnerabili, ricoverati nelle terapie intensive.
E’ utile ricordare quindi le linee guida dell’OMS, riguardo all’igiene delle mani, che focalizza 5 momenti fondamentali:
- prima di toccare un paziente;
- prima delle procedure e degli interventi asettici che prevedono, a esempio, l'inserimento di cateteri;
- dopo il contatto con fluidi corporei;
- dopo aver toccato un paziente;
- dopo aver toccato l'ambiente circostante il paziente.
Secondo gli ultimi dati dell'Oms la prevalenza delle infezioni ospedaliere, causate spesso da germi resistenti a diversi antibiotici, nella popolazione delle nazioni ad alto reddito è del 7,6%, e circa l'80% di tutte le infezioni ospedaliere riguarda quattro sedi principali: il tratto urinario, le ferite chirurgiche, l'apparato respiratorio, le infezioni sistemiche (sepsi, batteriemie). Le più frequenti sono le infezioni urinarie, che da sole rappresentano il 35-40% di tutte le infezioni ospedaliere.
Quest’anno la campagna è massiccia, hanno dato già il loro consenso più di 15 mila strutture in oltre 160 Paesi in tutti il mondo.
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