Non c'è niente da fare, i portoghesi (come gli spagnoli, in questo ambito) sono ostinati e cocciuti ed hanno tutta la determinazione finalizzata all'esasperazione e all’implementazione della pletora odontoiatrica. Non è bastato loro il ricorso al Consiglio di Stato perso l'11 luglio 2012 con la sentenza n° 04592/2012 che ha rigettato la richiesta di revoca del decreto del Ministero dell’Università, né la sentenza del TAR Lazio sezione terza n° a02651-2013 del 13.03.2013 che ha rigettato il ricorso della “Universidade Fernando Pessoa” verso il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero dell’Interno per il d.m. 16 febbraio 2012 con il quale il MIUR ha revocato all’Università ricorrente l’autorizzazione ad aprire una filiazione in Italia, ai sensi dell’art. 2, comma 3 della legge 14 gennaio 1999, n. 4.
Ci riprovano adesso con un ricorso contro quest'ultima sentenza e l'udienza è fissata per il 17 aprile 2013 (e nel frattempo ricercano iscritti per le università parallele, che raggirano di fatto il nostro ordinamento, accaparrandosi "quote di prenotazione" dei posti disponibili in Spagna, che poi vengono tutti confermati, a colpi di 5000 euro).
Confidiamo nella giustizia italiana, nella giustizia giusta e speriamo non contraddittoria, che sia in grado di confermare le precedenti motivazioni, che in sintesi confermavano la disciplina del numero programmato dei futuri odontoiatri, valido sia in Italia che in Portogallo.
Se a tutto ciò aggiungiamo la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo del 02.04.2013 che ha sancito che “IL NUMERO CHIUSO CHE IN ITALIA REGOLA L’ACCESSO AD ALCUNE FACOLTA’ NON VIOLA IL DIRITTO ALLO STUDIO”, i giudici del tribunale della giustizia amministrativa laziali NON DOVREBBERO AVERE DUBBI nel rigettare il ricorso.
E nel frattempo attendiamo l’indignazione dei nostri onorevoli colleghi (vedi qui)
(F. Davì)
Fonte
Wednesday, April 10, 2013
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